Swiss Mark Webber Tasmania Challenge

Nonostante il lungo viaggio che, in poco meno di tre giorni, mi ha portato dall'altra parte del globo, appena sbarcato dell'aereo nel piccolo aeroporto di Hobart mi sono subito sentito a casa. Al profumo dell'elicriso che accoglie all'arrivo in Sardegna si è sostituita l'essenza degli eucaliptus che decorano omogeneamente le gentili colline dell'estremo sud dell'isola. L'insediamento urbano della capitale è perfettamente integrato nell'ambiente incontaminato e dovunque si respira ordine e pulizia.

La prima notte siamo ospiti di Jennifer Brown, atleta di gare avventura che ci accoglie con la rinomata ospitalità locale. Il giorno seguente raggiungiamo la località di partenza della gara nel mezzo del parco naturale della penisola di Freycinet in un bellissimo resort sulla spiaggia. Durante il disbrigo delle formalità per l'iscrizione e il ritiro dei pettorali si iniziano a intravedere facce note, facce famose e voglia di avventura.

Il cielo terso e l'insolito (per noi dell'emisfero nord) tepore del sole invernale ci accolgono alla partenza della gara la mattina del 7 dicembre. La partenza contemporanea di tutti i team fa salire l'adrenalina alle stelle ma già dopo pochi minuti di orienteering fine i team iniziano a distanziarsi e prendiamo qualche minuto di distacco dai primi. La seconda sezione di kayak costeggia per 10 km la Oyster bay a ovest della penisola per introdurci nella successiva sezione di 35 km in mountain bike.

Il percorso non presenta particolari difficoltà tecniche e si svolge su carrarecce che intervallano discese con strappi in salita che mettono a dura prova la continuità della pedalata. A questo punto un problema al cambio mi costringe a spingere solo i rapporti pesanti mandando in tilt i quadricipiti che chiederanno il conto nei restanti 20 chilometri di corsa durante l'ascesa dei 450 metri di dislivello per guadagnare la cima rocciosa del Mont Amos.

Raggiunta la parete rocciosa in vetta ci aspetta una calata in corda di quasi 100 metri con panorami mozzafiato che da soli riescono a lenire lo sforzo e il bruciore dell'acido lattico sui muscoli. Anche la restante sezione di trekking ci regala bellissimi scorci di Tasmania tra bosco, spiagge e i simpatici Wallabies che saltellando ci attraversano la strada.

La prima giornata volge al termine con un ulteriore sezione in kayak intervallata da una prova di orientamento in cui ci dividiamo tra la costa e l'entroterra. Archiviata la giornata come la più dura della gara, mi rendo conto che i ritmi sono veramente serrati, più vicini ad un Triathlon che ad un Expedition Race, per le quali sono più preparato, e che siamo al cospetto di un territorio impegnativo e ricco di sorprese.

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